martedì 2 aprile 2013

Il Presidente del Corcas ha avuto un colloquio con una delegazione del Parlamento argentino

Khalihenna Ould Errachid presidente del consiglio reale consultivo degli affari sahariani, ha ricevuto, venerdì, il 29 marzo 2013, alla sede del Consiglio, due membri del Parlamento argentino, che effettuano, attualmente una visita al Marocco.


Il Presidente del Corcas ha evocato con il senatore Emilio Rached ed il deputato Julio Martinez gli ultimi sviluppi dell'affare del Sahara, in particolare la presa di coscienza da parte della Comunità internazionale quanto alla necessità di trovare una soluzione rapida, realistica e definitiva che permette di ridurre le minacce che induce, il mantenimento del conflitto artificiale del Sahara, nel contesto agitato che caratterizza attualmente la regione del Sahel, in particolare attraverso l'indagine delle possibilità di ripresa dei negoziati tra le parti.

Il presidente del corcas con due parlamentari argentini

Khalihenna Ould Errachid ha presentato ai suoi ospiti la proposta marocchina che assegna un'ampia autonomia alla regione del Sahara, come soluzione giusta e definitiva a questa cartella, pur rappresentando la via necessaria per la riduzione delle tendenze secessionisti ed estremisti esistenti nella regione del Sahel.
Questa via è così importante per consolidare la sicurezza e la stabilità nella regione del Sahara e del Sahel nell'insieme.
Emilio Rached e Julio Martinez hanno ribadito per la loro parte, la posizione dell'argentina riguardo all'affare del Sahara ed il loro sostegno alla soluzione politica negoziata e mutualmente accettata nel quadro delle Nazioni Unite.
Hanno partecipato a questa intervista, il segretario generale del Consiglio, dott. Maouelainin Ben Khalihanna Maoulainin e Moulay Ahmed Mghizlat, membro del Consiglio.

il presidente del corcas ha avuto colloqui con parlamentri argentini
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
 www.corcas.com
 Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
 Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com

 

Il Presidente del Corcas ha avuto un colloquio con una delegazione del Parlamento argentino

Khalihenna Ould Errachid presidente del consiglio reale consultivo degli affari sahariani, ha ricevuto, venerdì, il 29 marzo 2013, alla sede del Consiglio, due membri del Parlamento argentino, che effettuano, attualmente una visita al Marocco.


Il Presidente del Corcas ha evocato con il senatore Emilio Rached ed il deputato Julio Martinez gli ultimi sviluppi dell'affare del Sahara, in particolare la presa di coscienza da parte della Comunità internazionale quanto alla necessità di trovare una soluzione rapida, realistica e definitiva che permette di ridurre le minacce che induce, il mantenimento del conflitto artificiale del Sahara, nel contesto agitato che caratterizza attualmente la regione del Sahel, in particolare attraverso l'indagine delle possibilità di ripresa dei negoziati tra le parti.
 

Il presidente del corcas con due parlamentari argentini

Khalihenna Ould Errachid ha presentato ai suoi ospiti la proposta marocchina che assegna un'ampia autonomia alla regione del Sahara, come soluzione giusta e definitiva a questa cartella, pur rappresentando la via necessaria per la riduzione delle tendenze secessionisti ed estremisti esistenti nella regione del Sahel.
 
Questa via è così importante per consolidare la sicurezza e la stabilità nella regione del Sahara e del Sahel nell'insieme.
 
Emilio Rached e Julio Martinez hanno ribadito per la loro parte, la posizione dell'argentina riguardo all'affare del Sahara ed il loro sostegno alla soluzione politica negoziata e mutualmente accettata nel quadro delle Nazioni Unite.
 
Hanno partecipato a questa intervista, il segretario generale del Consiglio, dott. Maouelainin Ben Khalihanna Maoulainin e Moulay Ahmed Mghizlat, membro del Consiglio.

il presidente del corcas ha avuto colloqui con parlamentri argentini
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
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martedì 2 ottobre 2012

S.M. il re indirizza un discorso al 67esima sessione dell'assemblea generale dell'ONU


S.M. il re indirizza un discorso al 67esima sessione dell'assemblea generale dell'ONU

01/10/2012





Il Marocco proseguirà la sua cooperazione con il Minurso, sulla base del mandato che gli è stato assegnato senza modifica, né nella sua natura, né nel suo contenuto



Sua maestà il Re Mohammed VI, ha indirizzato venerdì un discorso al 67esima sessione dell'assemblea generale dell'ONU. Dopo avere evocato il ruolo e le missioni che spettano alle Nazioni Unite e fra cui il regno è destinatario, il discorso reale evoca la questione del Sahara.



Segnala a tale riguardo che ''il Marocco rimane impegnato e pronto a negoziare sulla base fin da regole stabilite e sovente ribadite dal consiglio di sicurezza, e partire dall'iniziativa d'autonomia che la Comunità internazionale considera come seria, realistica e credibile''.



Per quanto riguarda il Minurso, il Marocco ''proseguirà la sua cooperazione costruttiva con il Minurso, sulla base del mandato che gli è stato assegnato dal consiglio di sicurezza e che non subirà alcuna modifica, né nella sua natura, né nel suo contenuto''.



In ciò che segue il testo integrale del discorso reale di cui lettura è stata data da S.A.R il principe Moulay Rachid, che rappresenta il sovrano ai lavori di questa sessione:



''Elogio a Dio, preghiera e pace sul profeta, la sua famiglia ed i suoi compagni,



signor Presidente, maestà, Altezze, eccellenze, signore, signori,



vorrei, innanzitutto, indirizzare le mie congratulazioni più calorose al signor Presidente, in occasione della sua adesione alla presidenza della presente sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite.



È una prova della stima portata al vostro paese ed un riconoscimento dell'esperienza ricca diplomatica che è al vostro attivo. Tengo anche a salutare gli sforzi fatti dal vostro predecessore, Signor Nasser Al Nasser, come pure le realizzazioni che ha compiuto nel corso dell'anno passato. Mi rallegro anche per l'azione sostenuta che conduce sua Eccellenza Signor Ban Ki-moon, il segretario generale della nostra organizzazione, e della sua rapida reattività alle crisi.



Saluto, allo stesso titolo, le iniziative che prende per permettere alle Nazioni Unite di raccogliere le sfide crescenti che conosce il mondo.



Signor Presidente,



La realtà internazionale oggi è caratterizzata da cambiamenti così importanti come rapidi, la cui principale manifestazione è la persistenza della crisi economica mondiale, con le sue numerose ramificazioni e la moltiplicazione dei focolari di tensione, delle vertenze politiche e dei conflitti armati.



A queste costrizioni si aggiungono sfide globali così complesse che superano le frontiere e le possibilità degli stati. Sono in particolare le sfide dello sviluppo sostenibile, della tutela dell'ambiente, del rispetto dei diritti dell'uomo, dell'aumento del terrorismo internazionale e del crimine organizzato di ogni specie. Di fronte a queste trasformazioni ancora all'opera, dobbiamo, come Stati membri, mettere a disposizione delle Nazioni Unite i mezzi necessari per affrontare le sfide summenzionate. Occorrerà, a questo scopo, allargare gli orizzonti dell'organizzazione, rinnovare il suo modo d'azione, pur preservando i suoi principi ed i suoi obiettivi, perché possa affermarsi come attore che opera per una gestione politica efficiente, e come strumento di gestione economica equa.



Signor Presidente,



Il regno del Marocco fa la sua la vostra volontà di attribuire tutta l'importanza richiesta nel regolamento dei conflitti con i mezzi pacifici. Saluta la decisione di mettere la sessione attuale dell'assemblea generale sotto il tema del consolidamento di questo principio cardinale della carta delle Nazioni Unite.



La realizzazione della pace e della sicurezza internazionale resta consustanziale alla missione storica attribuita alle Nazioni Unite. Infatti, lo spiegamento di decine di migliaia di caschi blu in tutte le regioni del mondo per garantire la protezione dei civili e predisporree una piattaforma propizia al dialogo politico tra i protagonisti è la prova di ferro del ruolo vitale che cade alla nostra organizzazione in questo dominio.



Il regno del Marocco è fiero di essere fra i paesi che, molto presto, hanno contribuito alle operazioni di mantenimento della pace. Ha inviato, finora, più di 50.000 membri forze armate reali in varie regioni del mondo, al servizio degli obiettivi nobili delle Nazioni Unite. Il Marocco si farà molto di portare ancora e senza esitazione, il suo contributo alla gestione delle crisi, parallelamente allo sviluppo della diplomazia preventiva.



L'esperienza che le Nazioni Unite hanno accumulato nei paesi in preda a conflitti ha mostrato tutta l'importanza che c'è a garantire il passaggio ordinato e fluido della fase d'instaurazione della pace, a quella del suo consolidamento. È dunque imperativo di soddisfare le necessità insistenti di questa fase critica, sotto pena di vedere del paese, o tutta la regione interessata dal conflitto, affondare nuovamente nella violenza e la divisione.



Signor Presidente,



Il continente africano ha conosciuto, nel corso dell'anno passato, un grave deterioramento della situazione in alcune regioni, in particolare quella del Sahel e del Sahara, in seguito agli atti criminali, terroristici e secessionisti che minacciano ormai la loro stabilità.



La repubblica del Mali sorella è in presa con eventi che mettono nel pericolo la sua integrità territoriale, la sua unità nazionale e la sicurezza dei suoi territori. Nonostante gli sforzi sinceri che fanno gli stati della regione, cui il Marocco, come pure la Comunità economica degli stati dell'Africa dell'Ovest, il contributo delle Nazioni Unite rimane necessario per creare un consenso nazionale, che permette di superare la crisi politica e affrontare la spinta separatista nel Nord. Di qui l'imperativo di uno sforzo concentrato ed indipendente da parte della nostra organizzazione. A questo proposito, tengo a ribadire ai nostri fratelli del Mali l'impegno del Marocco da continuare a fornire loro aiuto e sostegno efficace per fare giungere il processo politico e garantire la preservazione della loro unità nazionale e l'integrità territoriale del loro paese.



Parallelamente, il regno del Marocco apprezza al loro valore giusto i progressi sensibili che sono stati registrati in varie regioni del continente africano, soprattutto in Costa d'Avorio e nella repubblica democratica del Congo, in attesa di aprire la via alla riconciliazione nazionale, e ad una pratica politica normale. Il Marocco ribadisce anche il suo impegno fermo da proseguire i programmi di cooperazione e di solidarietà con i paesi africani fratelli, secondo formule rinnovate ed efficienti di cooperazione Sud-Sud al servizio del cittadino africano. I cambiamenti che sono intervenuti nella regione araba traducono la volontà dei popoli interessati di costruire società democratiche dove i diritti dell'uomo sono rispettati ed i cittadini usufruiscono della parità delle opportunità e di una vita degna.



I popoli fratelli della Tunisia, della Libia, dell'Egitto e dello Yemen hanno inaugurato un'era nuova ed hanno superato tappe importanti sulla via della transizione democratica, nonostante un clima politico complesso ed agitato le cui costrizioni comandano che la Comunità internazionale porti sostegno ed assistenza a questi stati. Purtroppo, il popolo siriano continua, da parte sua, a pagare, ogni giorno, del suo sangue, il prezzo della libertà, nella speranza di un cambiamento democratico che permette a tutte le sue componenti di partecipare alle trasformazioni che auspica.



A partire dalla sua posizione di unico membro arabo del consiglio di sicurezza, il Marocco ha apportato un contributo sostanziale alla mobilizzazione di sostegno internazionale a favore delle iniziative e delle risoluzioni della lega araba. Chiama a sforzi concertati ed azioni ferme per portare il regime siriano a mettere un termine alla violenza, e condurre un'operazione di transizione politica che include tutte le sensibilità esistenti, risponde alle aspirazioni del popolo siriano e garantisce l'integrità territoriale e l'unità nazionale della Siria, come pure la stabilità della regione molto intera. Nello stesso tempo, occorre mobilitare le risorse finanziarie necessarie per soddisfare le necessità dei profughi negli stati della vicinanza, e mossi degli interni e ridurre le sofferenze e la tragedia sopportate da questo popolo fratello.



In questo contesto, il Marocco continua a testimoniare la sua solidarietà, fornendo prestazioni mediche quotidiane, sul campo, ai profughi siriani nel regno giordano fratello hachemita. Ma gli sviluppi accelerati che conosce la regione araba possono farci dimenticare la sfida fondamentale cronica soltanto costituisce il regolamento della questione palestinese.



Si noterà a questo proposito che il regno del Marocco chiama alla mobilizzazione del sostegno internazionale a favore dei passi intrapresi dall'autorità nazionale palestinese, in attesa di ottenere lo statuto di Stato non membro. Pertanto, lo considera però di quanto il negoziato è la via più indicata per il recupero dei diritti nazionali legittimi del popolo palestinese e per l'instaurazione di uno Stato palestinese indipendente, di uno solo che tiene, realizzabile a tutti i livelli e vive nella pace e la sicurezza ai lati di Israele.



Aspettiamo dunque dalla Comunità internazionale che cambia approccio per risolvere questa crisi rivedendo il suo modo d'intervento ed i suoi meccanismi d'azione, per riprendere i negoziati diretti non appena possibile, nelle migliori condizioni, con l'impegno ed il patrocinio delle potenze influenti.



Tuttavia, quest'obiettivo può essere raggiunto soltanto mettendo fine alla politica del fatto compiuto. A questo proposito, non abbiamo cessato di fustigare con forza il piano israeliano che mira a giudaizzare Gerusalemme-Est occupata, ad occultare l'identità spiritosa e civilizzazionale e modificare le sue caratteristiche architetturali e demografiche. Ribadiamo dunque che non ci puo essere pace senza Gerusalemme-est, come capitale dello Stato palestinese indipendente.



Signor Presidente,



Convinto dell'efficacia e dell'utilità dell'azione regionale comune, il regno del Marocco ha intrapreso iniziative e banco dei contatti bilaterali in previsione dell'operazionalizzazione dell'Unione maghrebina.Infatti, è persuaso della necessità strategica di questo raggruppamento regionale unificatore che risponde alle aspirazioni legittime dei nostri popoli fratelli e che è dettato dalle sfide securitarie ed in materia di sviluppo che si pongono ai nostri cinque stati. Per livellare gli ostacoli suscettibili di ostacolare la volontà di ridare corpo a quest'ambizione maghrebina, il regno del Marocco ha contribuito, con tutta la sincerità e la serietà necessaria, ai negoziati che mirano a trovare una soluzione politica, realistica e negoziata,per la vertenza regionale artificiale suscitata attorno al Sahara Marocchino, soluzione che garantisce la sovranità territoriale e l'unità nazionale del regno, e permette il raggruppamento delle famiglie ed il rispetto delle specificità della popolazione della regione.



Il Marocco rimane impegnato e pronto a negoziare sulla base fin da regole stabilite e sovente ribadite dal consiglio di sicurezza, e partire dall'iniziativa d'autonomia che la Comunità internazionale considera come seria, realistica e credibile. Come proseguirà la sua cooperazione costruttiva con il Minurso, sulla base del mandato che gli è stato assegnato dal consiglio di sicurezza e che non subirà alcuna modifica, né nella sua natura, né nel suo contenuto.



Signor Presidente, maestà, Altezze, eccellenze, signore, signori,



Non posso concludere questo discorso senza evocare la necessità di una lotta collettiva, coordinata ed efficace contro tutte le forme d'estremismo, di odio, e di xenofobia, e contro qualsiasi provocazione o danno alla fede ed alla sensibilità dell'altro, qualunque ne siano gli apparecchi mobili e le manifestazioni.



Di fronte all'aumento di questi fenomeni odiosi ed alle loro ripercussioni drammatiche, gli sforzi che spiega ogni Stato a livello nazionale, per fare faccia, deve integrarsi in una strategia internazionale coordinata, che tiene conto delle iniziative nobili che sono state lanciate, che mobilitano tutti gli organismi delle Nazioni Unite, e che si sostengono su impegni chiari e sulla regolazione e la disseminazione delle migliori pratiche nazionali e regionali in materia. Ci spetta a noi, Stati membri, fornire i mezzi necessari e ribadire la volontà politica di sostenere la nostra organizzazione e riformare le sue strutture ed i suoi mezzi d'intervento, in attesa di fare uno strumento efficace per la realizzazione della pace, la sicurezza e la cooperazione e garantire la diffusione necessaria dei valori di tolleranza e di coesistenza, al servizio dell'umanità molto intera.



''Wassalamou alaîkoum wa rahmatoullahi wa barakatouh''.
















Fonti:



Il portale politico del Sahara occidentale:

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lunedì 24 settembre 2012

Gelo della questione del Sahara, deterioramento della sicurezza al Sahel… il problema, è l'Algeria (giornale spagnolo)

Gelo della questione del Sahara, deterioramento della sicurezza al Sahel… il problema, è l'Algeria (giornale spagnolo)

19/09/2012



Dal 1975, l'Algeria ha speso circa 600 milioni di dollari per la sua causa strategica al Sahara



Cosa avviene realmente al Magreb? Quale è il vero problema in questa regione dell'Africa? Si tratta soltanto degli effetti collaterali del terrorismo e dell'assenza di sicurezza nella regione del Sahel e dell'Africa del nord o è la conseguenza di interessi algerini ben definiti?



Certamente, l'affare del Sahara non ipoteca soltanto il futuro e la sicurezza nella regione, ma il conflitto tra il Marocco e l'Algeria, che risale all'epoca ''della guerra famosa delle sabbie'' nel 1963, aggiunge un po'di intransigenza alla posizione algerina.



Così l'Algeria tenta di torcere il braccio in Marocco ed isolarlo, giocando le sue carte vincenti ed aiutandosi dei petrodollari.



Dal 1975 e fino ad oggi, l'Algeria non ha speso meno di 600 milioni di dollari per la sua causa strategica al Sahara. Presi un elevato per trovare uno sbocco al petrolio algerino sull'oceano atlantico.



Occorre tenere conto da un lato della chiusura durante anni delle frontiere terrestri tra i due paesi e di altro che l'Algeria prova a scocciare il Marocco rifiutando sistematicamente di aprire queste frontiere, nonostante i danni che ciò porta agli interessi commerciali.



Il Marocco tenta di ridurre tramite una diplomazia attiva i danni, conseguenze del blocco e dell'isolamento imposto al regno del Marocco da parte dell'Algeria, in particolare dall'arrivo di Abdelaziz Bouteflika al potere.



Nessun analista ignora soltanto l'immagine del conflitto del Sahara Occidentale è prioritario per l'Algeria, che predomina il suo burattino chiamato fronte del Polisario e che tenta di fuorviare l'opinione pubblica internazionale sostenendo che la calma e la stabilità regnano nei campi di Tindouf, cosa che non è completamente conforme all'assenza di sicurezza nella regione.



In questo clima di tensione e per ricambiare l'immagine sparsa sull'assenza di sicurezza nella regione, interviene la visita di Kerry Kennedy a Laayoune ed a Tindouf. Una visita che è stata duramente criticata dalle organizzazioni favorevoli al Marocco, per averla ignorato palesemente.



Secondo il giornale elettronico ''Algeria Times'', il soggiorno del presidente del centro Robert Kennedy, Kerry Kennedy, in Algeria ha causato spese incredibili, che hanno raggiunto 140 milioni di dollari, per le 24 ore soltanto, che ha dedicato alla visita dei campi dei profughi sahrawi a Tindouf.



Il giornale segnala che i negoziati tra il regime di Algeri e Kerry Kennedy hanno dato luogo ad una condizione, la preparazione di una relazione ostile al Marocco. Kerry Kennedy era accompagnata, durante la sua visita da un gruppo di predicatori anglicani che appartengono ad una chiesa che si chiama ''la roccia della chiesa di Gesù'', e che sono state presentate ai media come attivisti dei diritti dell'uomo. E Kerry Kennedy ha insistito affinché possano accedere ai campi ''come condizione indispensabile''.



Questi missionari anglicani sono stati ricevuti dal Presidente pretese della repubblica sahrawi, Mohamed Abdelaziz. Un accordo è intervenuto per autorizzare più di 500 bambini campi a passare le vacanze agli Stati Uniti, sotto la cornice e la responsabilità della suddetta chiesa.



Kerry Kennedy ed i suoi accompagnatori sono stati interrogati sulla questione intesa ad accertare se come responsabili dell'insegnamento dell'inglese nei campi, utilizzeranno manuali scolastici e pedagogici pubblicati dalla chiesa americana conosciuta per la sua attività missionaria e la sua propaganda a favore della dottrina anglicana.



In questo contesto, è importante mettere sotto le luci della ribalta, la visita effettuata dall'ONG americana ''Teach the Children international'', di cui la presidente la signora Nancy Huff, ha dichiarato che il mantenimento dei campi profughi a Tindouf è una perdita di tempo e che è tempo di permettere ai Sahrawi di ritornare al loro paese.



Le militanti dei diritti dell'uomo, Nancy Huff e Katherine Porter Cameron hanno anche segnalato che il ritorno dei Sahrawi alla loro madre-patria, il Marocco, è una necessità di porre fine alle loro sofferenze, in occasione di una riunione con i capi ed i Chioukh delle tribù, come pure degli attivisti sahrawi, a Laayoune dal 12 al 14 settembre, durante la visita effettuata dall'ONG per prendere conoscenza delle realizzazioni economiche e sociali come pure della situazione dei diritti dell'uomo in questa città, che si trova al sud del Marocco.



Si è insistito sull'importanza dell'autonomia ed un'esperienza che riesce in numerosi paesi, segnalando che quest'iniziativa permetterà di raccogliere le famiglie sahrawi e di vivere con dignità nel loro paese il Marocco.



La Sig.ra Huff che ha lavorato nel quadro di missioni umanitarie per molto tempo nei campi di Tindouf, ha dichiarato in occasione di una riunione con il Presidente ed i membri del Consiglio comunale di Laayoune, che ha scoperto durante la sua visita ai campi, numerosi e gravi danni ai diritti dell'uomo, tra cui deviazioni dell'aiuto umanitario internazionale destinato ai Sahrawi dei campi.



Ha aggiunto che la delegazione americana preparerà una relazione che sarà consegnata al congresso americano, alla Casa Bianca, al ministero degli esteri ed ai membri del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.



Ma come lo abbiamo detto, l'Algeria è il più grande imputato di ciò che avviene nella regione maghrebina. Con l'arrivo di Bouteflika al potere come il Presidente della repubblica algerina, la politica estera degli Stati Uniti ha effettuato un giro di 180 grado (occorre ricordare che durante la guerra fredda l'Algeria era combinata con l'Unione sovietica ed il Patto di Varsavia).



Pertanto la politica di Bouteflika riguardo agli Stati Uniti ha due aspetti: la prima è la politica ufficiale, la seconda è la politica dell'organizzazione non governativa, nella quale la diplomazia americana svolge un ruolo determinante.



Non occorre dimenticare che la presenza americana in Africa ha una cattiva reputazione, ed in questo senso dobbiamo constatare che nel 2013, il quarto del petrolio e delle materie prime consumate negli Stati Uniti proverrà dall'Africa, in particolare dall'Algeria.



Di là, ''un centro di ricerca'' israeliano e l'istituto degli studi strategici e politici ha chiamato alla predisposizione di un ordine militare americano per l'Africa, Africom, che la propaganda algerina ci dice che ''si trova'' a Tan-Tan (Marocco). Ma in realtà si trova a Tamanrasset (Algeria).



Più precisamente, il giornalista della televisione americana, Emy Goodman ha indicato durante il programma ''la democrazia ora'', a proposito dell'Africom, che è stato inaugurato dall'amministrazione repubblicana del Presidente Bush verso la fine della sua legislatura, sotto l'ordine dell'ex coordinatore securitario tra Israele e l'autorità palestinese.



L'avviso di quest'ordine ha suscitato un'opposizione forte in Africa, e nessun governo ha accettato di accogliere l'ordine generale, che è restato alla fine sulle basi militari americane comuni in Italia ed in Germania.









Fonti:



Il portale politico del Sahara occidentale:

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martedì 27 marzo 2012

Lo statuto quo nella questione del Sahara ''non è più sostenibile'' (Presidente del Parlamento europeo)




Lo statuto quo nella questione del Sahara ''non è più sostenibile'' (Presidente del Parlamento europeo)
26/03/2012

Il regolamento della questione del Sahara passa per un processo politico reciprocamente accettabile, ha affermato, domenica a Rabat, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz.
Il Sig. Schulz, che rispondeva allora di una conferenza stampa congiunta con il presidente della camera dei rappresentanti Karim Ghellab ad una questione sul ruolo che può svolgere il Parlamento europeo per il regolamento della questione del Sahara, ha segnalato che la chiave per la soluzione di questione non è a Bruxelles.
Non è l'Unione europea né il Parlamento europeo che risolveranno questo problema, ha sostenuto. Il Presidente del Parlamento europeo aveva affermato in un'intervista alla MAP che lo statuto quo nella questione del Sahara ''non è più sostenibile'' e che l'insieme della regione del Magreb guadagnerebbe a vedere la questione regolata nel quadro di un processo politico.
''L'UE desidera vedere giungere una soluzione concertata e reciprocamente accettabile, e sostiene interamente l'inviato personale dell'ONU Christopher Ross'', ha notato.
Il Sig. Martin Schulz ha riservato il suo primo spostamento in un paese fuori Unione europea al Marocco.
È stato ricevuto sabato da SM Re Mohammed VI ed aveva al suo programma una serie di interviste con i responsabili marocchini, fra cui il capo di governo, Adbelilah Benkirane, il ministro degli esteri Saad Dine El Otmani, come pure i presidenti della camera dei rappresentanti, Karim Ghellab, e della camera dei consulenti, Mohammed Cheikh Biadillah.


Fonti:

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giovedì 21 aprile 2011

Relazione del SG dell'ONU sul Sahara: il mandato del Minurso non sarà allargata ai diritti dell'uomo
19/04/2011
L'ultima relazione del segretario generale dell'ONU sul Sahara ha messo in evidenza gli sforzi del Marocco a favore del rafforzamento del quadro istituzionale in materia di promozione e di tutela dei diritti dell'Uomo, senza portare nessuna menzione all'allargamento del mandato del Minurso, o qualche meccanismo di controllo dei diritti dell'uomo al Sahara .


Questa relazione ha messo in valore le grandi linee del discorso reale del 9 marzo scorso, che annunciano la revisione della costituzione e che confermano il progetto di regionalizzazione, che beneficerà, in primo luogo, alla regione del Sahara marocchino.


Questa relazione parla anche del posto della promozione dei diritti dell'Uomo e l'allargamento delle libertà individuali e collettive nel processo di riforma annunciato da SM Re Mohammed VI.Si riferisce inoltre al contenuto dei discorsi di SM il re del 30 luglio 2010 ed all'occasione del  35esimo anniversario della  Marcia Verde nei quali il sovrano ha ribadito la pertinenza ed i vantaggi dell'Iniziativa d'autonomia e lanciato un appello per facilitare il ritorno delle popolazioni dei campi di Tindouf.La relazione rafforza la dimensione politica ed il processo di negoziato, riservando 21 paragrafi alle attività dell'Inviato personale.Ribadisce l'appello lanciato, nel 2010, dal segretario generale sulla necessità di effettuare il censimento delle popolazioni dei campi di Tindouf. A tale riguardo, il segretario generale sottolinea che l’HCR, nel quadro del suo mandato e conformemente alla sua pratica stabilita, continuerà le sue discussioni con l'Algeria, paese ospite, per concretizzare quest'operazione.Il segretario generale prende nota degli sforzi fatti dal Marocco per il rafforzamento del quadro istituzionale in materia di promozione e di tutela dei diritti dell'Uomo, in particolare attraverso la messa in atto del Consiglio nazionale dei diritti dell'Uomo (CNDH), dell'Istituzione del mediatore, della delegazione interministeriale dei diritti dell'Uomo, strutture avendo tutta la capacità di interagire con le istituzioni internazionali dei diritti dell'Uomo. Il segretario generale si rallegra, anche, per l'impegno del regno da proseguire la sua cooperazione con le strutture onusiane dei diritti dell'Uomo.


Trattandosi  degli eventi di Gdeim Izik, la relazione presenta la versione marocchina dei fatti, in particolare il contenuto della relazione della Commissione d'inchiesta parlamentare. Tre lunghi passaggi della relazione, infatti, sono dedicati alle conclusioni della suddetta Commissione.La relazione conferma il bilancio ufficiale fornito dalle autorità marocchine sulle vittime degli eventi di Gdeim Izik (11 vittime membri delle forze di sicurezza) e porta una smentita cinglant alla tesi di " genocidio" ed alle cifre menzoniere avanzate dall'Algeria ed il Polisario. Sottolinea anche che il Marocco ha reso pubblica una videocassetta di 14 minuti che coprono l'operazione di smantellamento dell'accampamento e gli eventi che hanno seguito a Laayoune.La relazione segnala che le autorità marocchine hanno autorizzato le ONG nazionali ed internazionali dei diritti dell'Uomo da visitare la regione dopo lo smantellamento dell'accampamento. Tiene conto dell'arresto di Ould Salma dal Polisario, in seguito alla sua posizione espressa in appoggio alla proposta marocchina d'autonomia.













Fonti:
 Il portale politico del Sahara occidentale:
 
www.corcas.com
 
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lunedì 19 ottobre 2009

L'Unione europea (UE) ha ribadito, mercoledì a New York, la sua " preoccupazione" quanto alle implicazioni del conflitto del Sahara sulla sicurezza re










L'Unione europea (UE) ha ribadito, mercoledì a New York, la sua " preoccupazione" quanto alle implicazioni del conflitto del Sahara sulla sicurezza regionale.

" L'Unione europea rimane preoccupata dalle implicazioni del conflitto" del Sahara sulla " sicurezza e la cooperazione nella regione" , ha affermato l'ambasciatore, rappresentante permanente della Svezia presso l'ONU, il sig. Anders Liden, che interveniva in nome dell'Ue, dopo l'adozione senza voto della risoluzione sul Sahara, da parte della quarta commissione dell'Assemblea generale dell'ONU.


Ha anche " ribadito il sostegno" pieno; dell'Ue per gli sforzi del segretario generale dell'ONU in attesa di raggiungere una " soluzione politica giusta, definitiva e reciprocamente accettabile".

" L'Ue continua di incoraggiare le parti ad operare in attesa di raggiungere tale soluzione nel quadro delle Nazioni Unite " , ha aggiunto il sig. Anders, che si rallegra per la nomina e per gli sforzi dell'ambasciatore Christopher Ross in quanto Inviato personale del segretario generale dell'ONU.

" Incoraggiamo fermamente le parti per che continuano ad operare con lui (Christopher Ross) per permettere al processo politico di andare avanti" , ha sottolineato.

L'Ue esprime, inoltre, " il suo sostegno totale ai negoziati di Manhasset e si rallegra per la tuta della riunione informale in Austria (Durnstein 10 agosto), all'invito del sig. Ross, per preparare il quinto round dei negoziati" , ha aggiunto il sig. Anders.

L'Unione europea, ha proseguito, " si rallegra per l'impegno delle parti di continuare a dare prova di volontà politico e di operare in un'atmosfera propizia al dialogo in vista di entrare, in buona fede e senza condizione preliminare, tra una fase più intensiva di negoziati, che tiene conto degli sforzi e sviluppi dal 2006 e permette l'attuazione delle risoluzioni 1754,1783,1813 e 1871 ed il successo dei negoziati".








Fonti:

Il portale politico del Sahara occidentale:
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Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
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Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com

Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com