Sahara occidentale: l'autonomia, una possibilità di regolamento per una crisi che è troppo durato
PREAMBULO
2. la COSTITUZIONE E le MISSIONI del CORCAS
2.1. la riconciliazione
2 2.2. lo sviluppo della regione del Sahara
2.3. la preparazione del progetto dell'autonomia
3. PERCHÉ TALE PROPOSTA?
4. Le ORIGINI di una CRISI
5. del IMPOSSIBILITE DI ORGANIZZARE il REFERENDUM
6. USCIRE dal VICOLO CIECO
1. Preambolo La crisi del Sahara occidentale non è una questione della liberazione. Non è una liberazione che non è stato condotto a termine per la semplice e buona ragione che la questione è stata risolta secondo le norme stabilite dalla legalità internazionale in materia nel 1975 tra l'autorità colonizzatrice il regno di Spagna in questo caso, e la parte legittimamente richiedente il regno del Marocco, e ciò, così come è sempre succeduto tra i due paesi vicini.
L'accordo è stato registrato come documento ufficiale presso l'assemblea generale delle Nazioni Unite Così il processo di liberazione del Marocco riguardo alla Spagna è stato un processo difficile e lungo, ma un processo pacifico e fondato sul negoziato. La crisi del Sahara è un problema politico interno maroco-marocchino ed in particolare tra Sahraouis che nelle condizioni dell'epoca della guerra fredda ha preso una dimensione regionale quindi internazionale. Ed è per regolare questo problema spinoso che il Consiglio reale consultivo degli affari sahariani è stato creato. 2. La costituzione e le missioni del Corcas Il testo fondatore del Consiglio reale consultivo degli affari sahariani precisa che Corcas contribuisce, presso il sovrano, a tutte le questioni che riguardano la difesa dell'integrità territoriale del regno, la realizzazione dello sviluppo economico e sociale della regione del Sahara e la preservazione della loro identità culturale. Naturalmente, Corcas ha rispettato nella sua composizione la rappresentazione effettiva di tutte le tribù Sahariani. Si è anche tenuta conto della rappresentazione delle varie generazioni: i giovani e meno giovani, e le donne. Le tre missioni fondamentali del Consiglio: 2.1. La riconciliazione Si tratta in materia di una riconciliazione, inizialmente, del Sahraouis gli uni con gli altri, e tra loro e l'amministrazione marocchina. Questo passo si iscrive nel quadro della riconciliazione generale intrapresa dal Marocco. E segno di questa riconciliazione, fin dal mese di maggio 2006 che ha seguito la messa in atto del Corcas, il sovrano ha decretato un'amnistia generale per i 46 prigionieri politici che erano in prigione. Ormai l'ogni persona è libera di esprimere le loro opinioni anche quelle a favore delle tesi separatista. Ed alcuni attivisti che predicheranno il séparatisme in Europa, in America o altrove vedono il loro diritto alla circolazione rispettato tanto alla partenza del Marocco verso l'estero che per tornare mentre alcune di queste persone non sono neppure originarie della regione. Il solo limite che esiste è quella che mette ogni paese democratico per agire contro gli atti di violenza e proteggere i beni e le persone. Ciò corrisponde ad un Marocco aperto riconciliato con sé stesso, pluralistico e democratico. Vediamo ciò che fa a meno dell'altro lato. Abbiamo un'organizzazione politico-militare alla direzione unica, al pensiero unico ed alla struttura monolitica, e che inoltre domina nei campi con la kalachnikov e la detenzione delle chiavi dei depositi d'approvvigionamento. In un altro termine, Polisario come movimento totalitario non regola le vertenze con i suoi detrattori che con la forza ed a volte anche con l'eliminazione fisica. Non ha dunque alcuna lezione a dare in materia di diritti dell'uomo. D'altra parte, gli aiuti umanitari che provengono tanto dal Programma alimentare mondiale, dell'alto commissariato ai profughi che di ONGs internazionali sono distribuiti dai soli responsabili del Polisario. Come si può parlare in questo tipo di situazione di rappresentatività, eccetto a credere che il geôlier possa un giorno rappresentare il suo prigioniero? Ma ciò nonostante e per spirito di riconciliazione, tendiamo la nostra mano al Polisario perché consideriamo che sono dopo tutto i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri cugini e certamente i nostri concittadini. 2.2. Lo sviluppo della regione del Sahara Il consiglio ha anche un ruolo di promozione e di inquadramento dei progetti di sviluppo economico e sociale nella regione del sud, ed il loro accompagnamento fino alla loro realizzazione finale. Corcas propone alla sua maestà il re delle soluzioni di regolare tutti i problemi ed ostacoli che costituiscono spesso il substrato d'insoddisfazione sociale che tenendo tesi del séparatisme presentano come le manifestazioni favorevoli alla loro rivendicazione. 2.3. La preparazione del progetto dell'autonomia Il compito più importante della missione del Corcas è stato la preparazione del progetto d'autonomia. Di conseguenza, Corcas ha tenuto una sessione straordinaria di tre giorni a partire dal 26 maggio 2006. Le riunioni, discussioni e scambi da punto di vista sono durato sei mesi ed i lavori si sono visti allora prolungare fino al mese di dicembre 2006. Così, Corcas ha organizzato numerose riunioni in tutte le città e borgate della regione del Sahara per spiegare ai sahraouis la nuova politica del regno ed ascoltare i loro reclami in qualsiasi libertà e trasparenza. Visite di lavoro sono state anche effettuate nei paesi precursori in materia di regionalizzazione e d'autonomia in particolare la Spagna, la Francia ed il Belgio. È il risultato di tutti questi scambi che ha dato luogo al progetto presentato alla sua maestà il re, il 6 dicembre 2006. è un progetto rivoluzionario per un paese siccome il Marocco e che rientra perfettamente nella continuità dei grandi cantieri socioeconomici iniziati dalla sua maestà il re dalla sua adesione al trono. Non occorre dimenticare che il Marocco, una delle più vecchie nazioni, dispone di un fondo storico molto centrale, che si è rafforzato con la cultura jacobine dell'amministrazione dell'protectorat francese. Questo carattere rende effettivamente questo progetto d'autonomia rivoluzionaria nel mondo arabo, musulmano ed africano. Fa rientrare il Marocco nel quadro dei paesi più democratici. Il nostro progetto non ha nulla da invidiare alle autonomie così come sono vissute ad esempio in Spagna. D'altra parte, questo progetto d'autonomia non è soltanto una soluzione di fretta ed alla pressione del tempo ad uso di protagonisti di una crisi esplosiva. L'iniziativa del Marocco per intraprendere il negoziato, uscire dalla crisi e chiudere la cartella del Sahara, anche se è effettivamente un'azione sincera ed affermata a destinazione di tutto Sahraouis dove si trovano, è un progetto che si iscrive in un movimento di riforma di fondo e di un progetto globale di società lanciato da SM il re Mohammed VI. Il giovane re del Marocco, coraggioso ed immaginario, alle convinzioni democratiche e sociali forte, ha matrici la sua instaurazione declinato il suo programma e messo per strada la sua realizzazione.
Il cantiere dell'allargamento delle libertà ed il regolamento del passivo delle violazioni dei diritti dell'uomo in passato tramite procedure di giustizia di transizione sono stati stabiliti in esempio. L'aspetto dei diritti politici di questo grande cantiere di riforma istituzionale ha molto avanzato in particolare con la riforma del codice penale ed il trattamento di tutte le cartelle dei danni ai diritti dell'uomo senza tabù né nessuna restrizione. Si può anche citare la riforma del codice di stato civile tramite quale a estate iscritto, nella legge marocchina, l'uguaglianza rigorosa tra gli uomini e le donne, in materia di matrimonio, divorzio, responsabilità della famiglia. Questo codice, tutto sommato stupefacente nell'area geografica alla quale appartiene il regno del Marocco, ha anche portato un importante arsenale di disposizioni per migliorare la situazione delle donne e ridurre l'ingiustizia a loro riguardo. Con l'iniziativa nazionale per lo sviluppo umano, è il risvolto sociale e quello dei diritti economici che è stato iniziato. L'iniziativa per il negoziato di uno statuto d'autonomia della regione del Sahara è il terzo aspetto di quest'insieme. È chiaro che Sahraouis ha beneficiato, come tutti i loro concittadini, degli aspetti precedenti; ciò che è soltanto giustizia ma la specificità della loro regione e la volontà nazionale di allargare ancora più il campo delle libertà, in particolare della regione del Sahara rispetto al centro, costituisce il quadro di concezione dell'iniziativa marocchina. La sua concezione, è stata fatta secondo questo spirito democratico che fa valere la concertazione e la partecipazione dei cittadini interessati alla preparazione del progetto. Così, i cittadini sahraouis hanno lungamente discusso attraverso i loro rappresentanti in seno al Consiglio reale consultivo affari sahariani sulla forma ed il contenuto di quest'autonomia. Il prodotto dei loro dibattiti è naturalmente stato la base anche dell'iniziativa, ma anche il risultato dell'ampia concertazione di tutte le altre istanze interessate a sapere, parti politiche, organizzazioni della società civile... ecc.. 3. Perché tale proposta? La questione è legittima. Dopo tutto, il regno del Marocco è nel suo territorio. Tutti i cittadini, particolarmente la maggioranza del Sahraouis sono all'unanimità dietro il sovrano a favore dell'integrità territoriale del loro paese. Militarmente, la cartella è stata regolata a favore del Marocco e l'altra parte, in pieno fallimento, non dispone oggi di alcuna capacità per ritornarvi. Ma ci sono due ragioni importanti che hanno indotto il regno ad intraprendere questo passo.
prima: C'è inizialmente la ragione humaniste ed umanitaria, e soprattutto quella del dovere che incombe allo Stato ed alla nazione intera riguardo a tutti i suoi cittadini. Si tratta in questo caso dei sahraouis che si trovano a Tindouf e che sono obiettivamente nell'incapacità di essere liberi di scegliere individualmente di ritornare da loro, perché, materialmente e per la loro sussistenza, sono sottoposti alla pressione dei caciques e gli irriducibili del Polisario. Vivono nella miseria e le difficoltà nei campi di Tindouf. E questa situazione dura da oltre 30 anni, tanto che due generazioni avranno conosciuto soltanto questo vicolo cieco dei campi, anche se una parte fra quelli che sono stati portati là bassi nel 1975, dall'inganno e l'imbroglio, ha potuto in parte ritornare al Marocco, installarsi in Mauritania o emigrare in altri paesi come la Spagna. A tale riguardo, ed anche se nessuno non dispone del numero esatto di abitanti dei campi di Tindouf, tenuto dal Polisario e l'Algeria per un segreto militare, meno del terzo degli abitanti dell'Sahara sono divisi tra gli accampamenti dei presi in considerazione, la Spagna e la Mauritania; mentre Minurso ha ritenuto nel quadro del censimento che abbia effettuato tra il 1997 ed il 2001, che più due terzi (2/3) dei Sahariani sono attaccati alla loro patria il Marocco e si trova da loro al Sahara. La seconda: la seconda ragione è di ordine politico e strategica. La regione del Sahel nei confini della quale si trovano i campi di Tindouf, è una zona rischio. Molto ampia (più di uno milione di metri quadrati), a cavallo su molti paesi, questa regione è caratterizzata soprattutto dal fatto che è il teatro ed il passaggio di una gamma importante di traffici e d'attività criminali. Le bande che intervengono nel traffico dei clandestini fanno passare le loro vittime dalle dimensioni del Sahel. I resoconti degli emigranti segnalano che i gruppi dei candidati cambiano mani molte volte attraverso le dimensioni del deserto. Molti gruppi dissidents dei paesi della regione si sono da tempo ripiegati verso questa dimensione dove la loro capacità di opera è grande e dove gli stati ai quali sono opposti possono meno facilmente raggiungerli. Dalla comparsa di Al Qaeda e la sua instaurazione nella regione, questi gruppi, che si dedicano al traffico tanto delle armi della droga, costituiscono un vivaio importante per il nébuleuse di Ben Laden. I gruppi terroristici che imperversavano in Algeria costituiscono attualmente il ossature di questa minaccia che si avvicina. Polisario movimento politico-militare la cui struttura è monolitica e fra cui la direzione è lo stesso dal 1976, non potrà resistere a lungo a queste sirene soprattutto se continua a servire lo stesso vicolo cieco ai giovani. In materia, ecco l'opinione dell'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite, che il segretario precedente generale M Kofi Annan cita nella sua relazione del 19 aprile 2006: "la prosecuzione del vicolo cieco attuale favorirebbe la violenza." Questa violenza non risulterebbe nell'indipendenza dell'Sahara occidentale ma condannerebbe piuttosto un'altra generazione di Sahraouis a crescere nei campi di Tindouf. . Oltre a quest'argomentazioni dettate dalla ragione ed i dati obiettivi, c'è l'argomentazione della legalità internazionale. La Comunità internazionale e le relazioni delle segretarie generali ne attestano. Richiedono da tempo alle parti di mettersi attorno alla tavola di negoziato portando una proposta che può fare avanzare il regolamento di questa cartella. È esattamente ciò che propone il regno del Marocco, che porta con la sua iniziativa per il negoziato sull'autonomia all'Sahara una base concreta che apre prospettive nuove alla risoluzione giusta, equa e reciprocamente accettabile di questa cartella. 4. Le origini di una crisi 4.1. Genesi e cronistoria del conflitto Per comprendere meglio le ragioni di questo vicolo cieco e l'evoluzione che ha condotto alla situazione attuale, è necessario chiarire la situazione complessa alla quale era confrontato il Marocco in occasione della sua colonizzazione. Prima della colonizzazione e l'imposizione dell'protectorat in Marocco, il paese era interamente sovrano, indipendente ed unito, e Sahara era sotto la sovranità marocchina. Mai non c'ha stato per questo periodo qualunque entità all'Sahara separata del Marocco. Il sultano del Marocco esercitava il suo potere con la nomina di alcuni responsabili, come i caïds o il suo rappresentante personale. I documenti esistenti provano che ogni volta che una potenza straniera provava a penetrare al Sahara, o che alcuni dei suoi cittadini si sono fatti prigionieri, è il sultano del Marocco che regolava i problemi con la potenza interessata. I negoziati si svolgevano, tramite gli ambasciatori. Ciò è provato dai documenti ufficiali, marocchini o stranieri. E questi documenti che esistono a Rabat, a Parigi, a Londra, a Madrid, a Lisbona ed a Berlino, lo provano perfettamente bene. Basta appena riferirsi e consultarli. Questi documenti confermano la sovranità che il Marocco ha sempre esercitato sulla regione del Sahara. Con la colonizzazione, l'affare si complicherà poiché conformemente alla conferenza di Berlino di 1884, il Marocco sarà diviso tra tre potenze. Una potenza internazionale a Tanger ed un frazionamento in regioni distinti tra il protectorat spagnolo al nord ed al sud, ed il protectorat francese al centro. La procedura di liberazione con le due potenze, la Francia e la Spagna, ha seguito due avanzamenti diversi. La parte che era sotto protectorat francese è stata recuperata di uno solo che tiene nel 1956. Con la Spagna, la liberazione del Marocco è stata lunga e difficile, ma ciò è sempre stato un processo pacifico che ha seguito la via del dialogo e del negoziato. I territori sotto il suo protectorat erano dispersi tra il nord, il centro ed il sud. Il recupero è stato fatto a tappe successive: il nord nel 1956, Tanger nell'aprile 1956, Tan Tan e Tarfaya nel 1958, Sidi Ifni nel 1969 e Sahara nel 1975. Il problema attuale si è legato nel lasso di tempo che separa il ritorno di Sid Ifni e Sahara. La liberazione non si riduce ad accordi tra entità statali naissantes e colonizzatrice razionali. Ci sono sul terreno umani che rivendicano. E nel caso del Marocco, l'esigenza di recuperare tutto il territorio nazionale era portata da uomini, in questo caso i membri dell'esercito di liberazione nazionale che per la sua parte sud era condotto dai cittadini marocchini del Sahara, di cui facevano parte i genitori anche della trentina di giovani che saranno andati fondare Polisario nel 1973 in Mauritania. Questi combattenti dell'integrità territoriale che hanno tentato di completare l'indipendenza del Marocco del nord al sud, si faranno respingere dopo una resistenza eroica ad un'azione combinata tra gli eserciti francesi e spagnoli. Il nome di codice di quest'operazione è "l'operazione scovolo". È stata combinata dalla Francia che occupava all'epoca l'Algeria e la Mauritania e che ha sentito che l'azione dell'esercito di liberazione marocchina costituisse una minaccia seria per i suoi possessi del nord africana. I combattenti sahariani saranno respinti con le loro famiglie, come una grande parte delle loro tribù, verso la parte indipendente dal Marocco. 4.2. Nascita del Polisario È là, nella regione di Tan-Tan che i giovani di queste famiglie, che si spazientivano di vedere la loro regione ritardare a liberarsi, hanno tentato durante gli anni 1971 e 1972 manifestando di ricordare questa situazione. Lo hanno fatto nel contesto dell'epoca in cui la guerra fredda ed il activisme progressista dell'opposizione interna ed esterna imponevano allo stato marocchino una lotta per la sua esistenza. Il grande paradosso dell'episodio degli anni 70 è che i giovani dimostranti di Tan-Tan i cui fondatori anche del fronte Polisario saranno imprigionati sull'ordine di quelli anche che, alcuni mesi più tardi, commetteranno due tentativi di colpi di stati contro il potere centrale. Occorre precisare qui che questi giovani dimostranti che fonderanno Polisario facevano all'epoca i loro studi all'università Mohamed V di Rabat. In quel contesto, la Libia e l'Algeria erano nel blocco dell'Est mentre il Marocco era un alleato importante dell'occidente. I giovani dimostranti di Tan-Tan, che hanno subisce un tabassage ne regola ed il humiliation della prigione, non comprendevano nulla di ciò che è avvenuto, poiché la loro sola offesa era di avere manifestato perché il Marocco recuperi suo Sahara. Più gli attivisti fra loro, passeranno all'atto ed andranno fondare il fronte. E che più di normale per questi giovani che di andare installarsi nell'Algeria che era all'epoca La Mecca di tutti gli attivisti dell'anti-imperialismo in Africa. Il processo di regionalizzazione del problema del Sahara comincerà attualmente. 4.3. La parte dell'Unione nazionale Sahariana (PUNS). Per quanto riguarda altro questa frontiera che separava le due parti, di questa stessa patria il Marocco, c'erano altri giovani che paradossalmente, vivevano un'esperienza simile ma che andavano nel senso opposto cioè quello dell'unità. Questi giovani nazionalisti appartenevano tutti agli stessi gruppi tribali loro congénères. Le autorità coloniali spagnole hanno creduto di potere utilizzarli per la creazione di un'entità separatista al Sahara. Raccolto in una formazione chiamato la parte dell'unione nazionale sahraoui "PUNS", questi giovani di cui alcuni uni fanno parte dei membri del Consiglio reale consultivo degli affari sahariani, in particolare il loro dirigente ed attuale presidente del Corcas, Khalihenna Ould Errachid, intenderà soltanto la voce dell'unità nazionale tale che hanno vissuto e visto i loro genitori rivendicarla e difenderla.Partiranno allora al nord del paese per partecipare allo sforzo nazionale per la difesa dell'integrità del loro paese di sempre, il Marocco. Così il sig. Khalihenna Ould Errachid ha presentato la sua fedeltà e quella del Sahraouis alla sua Majesté Hassan II nel 1975. 4.4. Recupero della regione Sahara Durante quel tempo, il Marocco ha tentato un nuovo passo come quelle che aveva l'abitudine di condurre riguardo alla Spagna a riprendere la parte sud del suo territorio. Questa volta CI, la sua maestà il re Hassan II innoverà facendo precedere il suo passo di un'azione a vicino alla Corte internazionale di giustizia all'Aia. Due questioni si sono allora poste: 1) Sahara detto spagnolo era un territorio senza padrone (Terra Nullius)? 2) Altrimenti, quali erano i suoi legami con il regno del Marocco? Alle due questioni, le risposte sono positive per il Marocco: 1) No, questo territorio non era "Terra Nullius" 2) Un legame giuridico di fedeltà esisteva tra il sultano e le tribù nomadi di questo territorio. Per il Marocco come del resto per la Spagna, la messa è stata detta poiché per le due questioni essenziali, le risposte erano chiare. Il Marocco forte dell'appoggio del giudizio del CIJ e dinanzi al entêtement delle autorità spagnole, ha impegnato il mercato verde che ha permesso il recupero senza disaccordi dei territori sahariani. I negoziati avranno luogo e gli accordi per l'allacciamento di quest'aspetto della liberazione saranno ratificati. 4.5. Emissione della guerra Non ci sarà né manifestazione contro l'arrivo dell'autorità marocchina, né azione d'guérilla allora. Un solo atto segnerà questo periodo. Alcune migliaia di persone raccolte a cura del Polisario per riunioni si troveranno dopo alcuni spostamenti dei luoghi di riunioni inizialmente previsti, di Tifarity a Bir Lahlou fino a Tindouf dove i campi erano già preparati.I due principali paesi combinati del blocco dell'Est a quest'epoca intensa della guerra fredda in Africa del nord, erano la Libia e l'Algeria. La prima avvierà dunque l'azione finanziando ed armando Polisario con le armi più sofisticate dell'epoca che anche alcuni eserciti regolari di alcuni paesi sviluppati non potevano permettersi. La seconda, la cui più alta autorità da sapere il presidente Houari Boumediane, aveva sostenuto i diritti legittimi del Marocco all'inizio del conflitto. Renderà pubblica la sua posizione che consiste nel suo sostegno al Marocco per il recupero delle sue province del sud in occasione del vertice arabo del 1974. Cambierà allora posizione a causa, tra l'altro, della vertenza frontaliera che opponeva il Marocco all'Algeria. Parteciperà allora alla creazione del RASD (repubblica araba Sahraouie democratica) nel 1976 prima di essere completamente il seguito logico del finanziamento e della presa incaricato totale del Polisario dopo il disimpegno libico nel 1983. Sul piano internazionale e considerando la situazione di lotta tra i blocchi, la cartella del Sahara è passata dalla dimensione regionale allo statuto di crisi internazionale sotto gli effetti della guerra fredda. La questione è di valutare la gravità della situazione ed evitare di sottovalutare l'impatto della continuazione del conflitto sulla sicurezza e la stabilità del Mediterraneo. 4.6. Posizione di Alger Alger prenderà dunque il relè e la guerra sarà iniziata in 1976. questa guerra continuerà fino al 1991, ma nella realtà del terreno, si indebolirà alla fine del 1989, più esattamente dopo i mesi d'ottobre e novembre di questo stesso anno durante le quali ultime battaglie importanti hanno avuto luogo. Le pareti di consolidamento che il Marocco ha costruito hanno molto contribuito alla protezione del Sahara. Ma, ne non è meno sorprendenti della fine delle operazioni militari ed il rafforzamento della situazione di vicolo cieco per Polisario sia concomitante della caduta della parete di Berlino, l'evento più retentissant ed il simbolico della fine della guerra fredda. Si nota che nel lungo cammino di questa cartella del Sahara, gli osservatori oggettivi e neutrali hanno osservato che ogni azione positiva compiuta dal Marocco nel senso della distensione è stata contrastata da contro azione negativa sistematica da parte dell'Algeria. Così, tra l'altro, . Nel 1975 all'organizzazione da parte del Marocco del mercato verde, Alger risponderà con la rimozione di 52.000 Marocchini che hanno partecipato alla liberazione dell'Algeria e che continuano a richiedere le loro compensazioni in seguito al pregiudizio arrecato. . Alla liberazione della regione del Sahara ed il suo ritorno in Marocco nel 1975, Alger risponderà con la proclamazione del RASD, entità crea in ogni illegalità internazionale, con un minimo di popolazione a Tindouf che non si è neppure presa la briga di consultare ed occultando la volontà delle popolazioni sahariani. Un'entità che non esiste in realtà che sul territorio algerino e su Internet. . Dopo l'accettazione del Marocco con la voce di SM il re Hassan II di organizzare il referendum d'autodeterminazione nel 1981 a Nairobi, Alger risponde con l'introduzione fraudolenta del RASD nel OUA. . Quando il Marocco ha accettato il piano Baker I, Alger torpillé il piano proponendo la divisione del Sahara. . Recentemente, quando il Marocco ha portato a termine la sua iniziativa per l'autonomia dell'Sahara, Alger non ha ritardato a provare il sabordage proponendo un cosiddetto progetto che non porta nulla nuovamente che possa risolvere il conflitto e soddisfare tutte le parti e che ha lo scopo soltanto semer il zizanie e la confusione nello spirito dell'opinione internazionale. Ricordiamo al passaggio l'interesse dimostrato dalle capitali orientali ed occidentali al progetto d'autonomia del Marocco. Attualmente, chiediamo all'Algeria paese fratello, amico e vicino del Marocco di prendere la mano che gli è tesa, almeno per facilitare la riconciliazione tra Sahariani di qualsiasi parte convincendo Polisario a più elasticità, se non conservare la neutralità che predica nel suo discorso indirizzato tanto al suo popolo che al popolo marocchino e popoli del mondo nel quale i responsabili algerini gridano su e molto che "l'Algeria non è implicata poiché:" non avendo nulla da rivendicare né nulla ad accordare "." L'Algeria farà così coincidere i suoi atti con la sua parola ed avrà così contribuito nel regolamento della questione del Sahara. 5. Dell'impossibilità di organizzare il referendum Dopo l'accordo della tregua del 1991 e seguito all'accettazione del Marocco di organizzare un referendum che mette fine al conflitto del Sahara nel 1981 a Nairobi, le Nazioni Unite hanno iniziato i preparativi della tappa fondamentale dell'identificazione del elettorato. Ma quest'identificazione risulterà impossibile a causa degli ostacoli continui del Polisario che rifiutava sistematicamente l'identificazione delle popolazioni del Sahara nonostante la loro conformità ai criteri d'identificazione prestabilite dal segretario generale delle nazioni uniti. A tale riguardo, occorre sapere che le Nazioni Unite non hanno mai potuto organizzare referendum basati su un processo d'identificazione dalla creazione dell'ONU nel 1945. Per organizzare tale consultazione, l'identificazione di tutta la popolazione sahraouie era necessaria indipendentemente dal loro luogo di residenza. Là ancora, le circostanze di realizzazione della colonizzazione e le loro conseguenze in occasione della liberazione hanno complicato la situazione. Alla conferenza di Berlino di 1884, le frontiere dei futuri possessi delle potenze coloniali partecipanti sono state tracciate alla norma. Gli uffici di stato maggiore francese e spagnolo hanno precisato gli accordi su carte che non consideravano che lo spazio geografico trascurando l'aspetto umano e sociale. La conseguenza di questa situazione è che tribù o anche famiglie si sono trovate separare tra molti paesi che condividono lo spazio vitale e naturale delle tribù sahraouis, cioè il Marocco, l'Algeria, il Mali e la Mauritania. Ma affinché il referendum fondato sull'identificazione delle tribù abbia un senso e cioè democratico, è necessario organizzarlo per tutte le tribù nel loro spazio ampio di vita. In questo caso, come fare? Occorre -il raccogliere tutte queste tribù nella parte del Sahara che ritorna al Marocco? Fare votare membri di una stessa famiglia e non fare votare gli altri? La sola soluzione equa, democratica e che rispetterebbe veramente le norme legali ed internazionali in materia sarebbe stata di raccogliere l'area geografica storica delle tribù, che permette così all'insieme dei Sahariani di votare su tutte le loro terre. Il referendum sarà stato, allora, onesto, appena, democratico ed equo. Ed al limite, facendo ciò non si avrebbe più bisogno di chiedere loro "che è che?" "e" di quale tribù è?"." Ma di conseguenza, sarebbe stato necessario rovesciare le frontiere riconosciute dei quattro paesi summenzionati. Oltre alla sua impossibilità, questo passo è un'aberrazione politica che rischierebbe di condurre la regione all'instabilità che nessuno al mondo non può desiderare. Le nazioni uniti hanno dunque tentato per oltre 10 anni di superare le difficoltà del problema. I segretari generali successivi dell'ONU dal sig. Perez de Cuellar hanno tentato di trovare un'uscita questa a imbroglio per realizzare questo processo facendo appello a decine di esperti dal mondo. Le istituzioni internazionali hanno concluso all'impossibilità tecnica e politica di organizzare questo referendum basato sull'identificazione. 6. Uscire dal vicolo cieco Il vicolo cieco era dunque totale, ed è ciò che ha condotto le nazioni collegati ad esaminare un'altro tracciato per trovare una soluzione ad un problema che soltanto è troppo durato. L'ex segretario di stato americano James Baker è nominato rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite. Dopo le trattative effettuate dal sig. Baker nella regione con tutti i protagonisti, presenterà una prima proposta di soluzione conosciuta sotto il nome di Piano Baker I che il Marocco ha accettato ma che l'Algeria e Polisario hanno respinto. Il piano Baker II sarà respinto dal Marocco ed accettato questa volta dall'Algeria e Polisario. Dopo quest'incontro nullo constatato dalle nazioni uniti, si è concluso che l'ultima opzione sarebbe il negoziato politico tra le parti della cartella per fare fare uscire il conflitto del vicolo cieco di cui il quale si trova. Le Nazioni Unite confermeranno varie volte che le parti in conflitto dovrebbero avviare negoziati per arrivare ad una soluzione appena, equa e reciprocamente accettabile. È ciò che propone il Marocco, in uno spirito d'apertura ed in conformità alle decisioni del Consiglio di sicurezza e delle Nazioni Unite. Polisario ed in ciò è sostenuto dall'Algeria naturalmente da questo stesso spirito di contraddizione già evocato, ha consegnato al segretario generale delle Nazioni Unite il sig. Ban Ki-moon un documento che non porta nulla nuovamente. Tuttavia e come lo ha appena dichiarato il Presidente del Corcas, il sig. Khalihenna Ould Errachid nell'ultima riunione straordinaria "è certo che i bambini del Sahara, indipendentemente dal loro luogo di residenza, nelle province sahariane, i campi di Tindouf ed anche i capi del fronte Polisario, arriveranno alla conclusione che, presto o tardi, l'unica soluzione possibile al conflitto sarà il progetto d'autonomia." Non c’è un’ altra soluzione possibile che soddisfa tutte le parti. È la convinzione profonda, appena ed equa di tutto sahraoui indipendentemente dalle azioni delle nazioni uniti e dagli elementi della cartella. Sahraouis crede, dopo 32 anni di conflitto, che non esista una soluzione che garantisce i diritti dell'insieme delle parti, e che garantisce la pace e l'equità, altro che il piano d'autonomia sotto la sovranità marocchina ".
Fonti:
http://www.corcas.com
http://www.sahara-online.net
http://www.sahara-culture.com
http://www.sahara-developpement.com
http://www.sahara-villes.com
http://www.sahara-social.com
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